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L’indagine di Massimo Viglione sulla crisi della Chiesa
di Giovanni Tateo Milano
A partire dall’11 Febbraio 2013 la Chiesa Cattolica sembra entrata in una crisi estremamente drammatica. Completamente diversa da ogni altra affrontata nel passato.
Quel giorno Papa Benedetto XVI, Joseph Ratzinger, improvvisamente comunicò la sua volontà di rinunciare alla sua missione di Santo Pontefice. E se già questo fu un trauma notevole per i Cattolici, ulteriore sconcerto provenne dalla sua scelta di diventare il primo Papa emerito della storia della Chiesa, una novità assoluta tra le sue istituzioni, che ancora si fatica a comprendere e giustificare. Terzo trauma fu conseguentemente, per moltissimi credenti, il tempestoso Papato di Francesco, Jorge Mario Bergorglio. Un Pontificato talmente problematico da essere ormai da più parti accusato apertamente di eresia palese e ostinata. Un punto questo che per lo storico Massimo Viglione, autore del libro in esame, è un dato assolutamente certo, tanto da costituirne la principale motivazione, e una delle fondamentali ed argomentate premesse per la sua articolata indagine sull’intera situazione.
Egli infatti si propone di cercare di rispondere nella maniera migliore al tremendo quesito posto dal titolo, giacché ovviamente un Papa eretico non potrebbe e non dovrebbe essere affatto Papa. Ma tale risposta, data l’estrema complessità sia della questione in sé che del momento storico che la Chiesa sta disgraziatamente attraversando, può darsi tutt’altro che facilmente. Si dubita infatti che Benedetto XVI abbia validamente rinunciato al Papato. E di conseguenza si dubita pure che Bergoglio sia stato validamente eletto nuovo Papa. E in questo contesto ci si interroga pure su cosa effettivamente abbia significato la comparsa del Papa emerito. Quindi chi era davvero il Papa? Era uno solo oppure i due contemporaneamente? E qual è la vera Chiesa: quella dell’uno, dell’altro, di entrambi, o di nessuno dei due?
Per questo, volendo semplificare, lo studio si suddivide in tre grandi sezioni: una dedicata al tema della possibilità che un Papa sia effettivamente eretico e di come potervi far fronte, un’altra alla rinuncia di Ratzinger, e infine una per le personali conclusioni dello studioso. È del tutto evidente, già in questo impianto della disamina, che si configuri un nesso ben preciso tra la vicenda di Ratzinger e quella di Bergoglio, e di certo non solo per una mera questione cronologica o inerente la successione papale. Necessariamente, quindi, l’intera ricognizione si muove agilmente tra storia della Chiesa, teologia e diritto canonico.
In primo luogo, dunque, si accerta non solo che l’ipotesi del Papa eretico sia stata effettivamente e lungamente esaminata dalla teologia cattolica, ma che vi siano stati reali casi storici in cui essa si è effettivamente concretizzata. Ciò perché si è voluta dare una risposta netta e circostanziata a quegli ampi settori del mondo cattolico che, evidentemente a torto, ritengono sostanzialmente impossibile che una sciagurata eventualità del genere possa mai realmente verificarsi.
Dopodiché la parte più corposa del testo analizza il caso della rinuncia papale di Benedetto XVI e delle sue conseguenze. Anche qui come, nella sezione precedente, lo sguardo è panoramico, e la visione abbraccia praticamente l’intero dibattito che finora si è avuto riguardo a questa spinosa problematica. Dunque si esaminano attentamente e criticamente le posizioni dei suoi diversi protagonisti, evidenziando gli elementi più utili e interessanti ai fini di un’elaborazione davvero profonda del tema. E come giustamente sottolinea Viglione, che in qualche modo dialoga a distanza con tutti loro, a oltre dieci anni dal primo evento cruciale, la discussione è tutt’altro che esaurita, o anche solo prossima ad una definitiva chiarificazione. Anzi, da una qualche unanimità di pareri, almeno sui punti più importanti, pare si sia anni luce lontani. Infatti una delle principali conclusioni dell’autore è l’indiscutibile evidenza della cosiddetta “guerra di tutti contro tutti”, ossia l’esteso dissenso che differenzia e distanzia l’opinione dei diversi studiosi che si sono cimentati col problema. Anche se a questo punto forse non sarebbe affatto sbagliato parlare di autentico enigma. E su questo l’autore esprime un’altra conclusione di cui si ritiene certo, e sulla quale noi stessi concordiamo in pieno: tutta l’enorme, indescrivibile confusione scaturita dalla serie di eventi in oggetto non sembra affatto il risultato di circostanze casuali ed imprevedibili. E nemmeno semplicemente l’effetto diretto ed inevitabile di quei fatti, ma il prodotto strategicamente calcolato della precisa volontà che li ha determinati. Un vero e proprio meccanismo infernale teso a precipitare la Chiesa di Cristo in un caos religioso allo stato puro, che infatti pare purtroppo non aver ancora cessato di provocare sconquassi.
Ma non anticiperemo al lettore a chi, secondo l’autore, appartenga questa volontà di totale disordine e sovversione. Il libro infatti si legge in un certo qual modo come un thriller ad alta tensione, come un appassionante romanzo giallo di cui si desidera ardentemente conoscere il colpevole, la cui identità appunto non riveleremo adesso. Né esprimeremo ora la nostra personale opinione sull’intera faccenda, cosa che richiederebbe un nostro studio a parte.
Quindi chi sarà stato il vero responsabile della crisi epocale di cui la Chiesa appare vittima nell’ultima decade e passa? Sarà stato il rivoluzionario Bergoglio, oppure qualcun altro o tutti tra i papi conciliari e quelli post-conciliari? Oppure il colpevole è stato proprio il Concilio Vaticano II? O forse è il “modernismo”, l’eresia e l’apostasia stessa, che secondo molti avanzerebbero sempre più potentemente nella Chiesa? Quale che sia la risposta giusta a tutti questi inquietanti interrogativi, è certo che il libro di Massimo Viglione è non solo un ottimo studio, una lettura utilissima innanzitutto per orientarsi in maniera adeguata sulle questioni ed interpretazioni che infervorano l’attuale dibattito ecclesiale, ma un preziosissimo, anzi fondamentale, strumento critico. Sì, perché non solo le brillanti risposte avanzate dall’autore, ma anche le acute domande che egli pone sono indubbiamente una notevole fonte di riflessione e di stimolo per ulteriori indagini ed approfondimenti. A questo proposito, in conclusione, non possiamo che elogiare la sua notevole e non comune onestà intellettuale, poiché è tanto sincero nell’esprimere senza mezzi termini le proprie intime, e ben argomentate, convinzioni quanto umile nel riconoscere quella che lui considera l’estrema difficoltà di avere certezze assolute, ossia di poter formulare delle conclusioni definitive, totalmente oggettive ed inoppugnabili.
Ma se appunto è così difficile far luce su una vicenda così oscura e preoccupante, allora tanto più è necessario continuare a studiarla, analizzarla a fondo in maniera accurata e obbiettiva, e trasmettere alla comunità dei fedeli, con coraggio e determinazione, tutte le certezze faticosamente acquisite. E in particolare a tutti quei Cattolici che, a causa di questo tremendo stato di cose, rischiano assai seriamente di restare disorientati, seguire falsi profeti, e infine di perdere la fede e uscire dalla Santa Chiesa di Cristo, mettendo in gravissimo pericolo le proprie anime.
Massimo Viglione, Habemus Papam? Papa eretico, rinuncia, sede vacante. L’insegnamento del passato e il dibattito dopo l’11 febbraio 2013, Maniero del Mirto, Roma, 2024, pp. 272, € 25.
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